Oggi c'era una gara di corsa campestre per le scuole della zona, partecipazione libera. Nella classe di Emily 6 bambini hanno deciso di correre, naturalmente tra questi c'era la nostra principessa, non sia mai che ci perdiamo qualcosa.
Pioviggina quando ci alziamo e fuori sembra essere piuttosto freddo, soprattutto comparando con la temperatura sotto il piumone del letto, ma la ragazza è determinata a fare la sua corsa e dunque si parte. Quando arriviamo al centro sportivo ci sono pochissimi altri bambini, le istruzioni dicevano di presentarsi alle 9.30 e mancano pochi muniti. Molto bene, pensa la mamma strega, pochi bambini = ce la sbrighiamo in fretta e poi tutti a casa. Sbagliato. Mano a mano arrivano sempre più bambini e il loro numero cresce in modo direttamente proporzionale al calo della mia temperatura corporea perchè nel frattempo ha smesso di piovere, è uscito il sole ma ha iniziato a soffiare un vento siberiano. Per registrarsi alla gara bambini e genitori formano una luuunga coda. Sono sicura che in altre circostanze apprezzerei l'estrema educazione e civiltà che gli inglesi mostrano, aspettando il loro turno e non provando nemmeno ad infilarsi a metà colonna, ma in questo momento tutti i miei pensieri sono per una tazza di cioccolata calda, forse se mi concentro abbastanza riuscirò a materializzarla...
Una volta finite le registrazioni scopro con dolore che i bambini gareggeranno divisi per anno e maschi da femmine, si inizia naturalmente con i più piccoli. Emily è nell'ultimo anno. Ci attende una lunga gelida attesa.
Dopo le 11.00 chiamano le bambine del suo anno alla linea di partenza e tutte infreddolite finalmente partono. Con le poche calorie residue faccio un timido tifo mentre Tim urla come un pazzo scappato dal manicomio, probabilmente per scaldarsi.
La corsa di Emily si conclude con il penultimo piazzamento, ultima la sua amica Erin con cui aveva stretto un patto d'acciaio: restare insieme durante la corsa. Stanchezza infinita, lacrime, arrabbiatura con la terza amica, Faye, che ha rotto il patto e ha invece preferito correre avanti. Mamma consolatrice in azione con maglia/abbracci/succhetto e nascostissimo pensiero felice che, visto il risultato, non avremo altre corse campestri in futuro. Ma ecco la nostra guerriera che salta fuori con un: "però mi è proprio piaciuto, voglio farlo ancora, ho già pensato a un piano di allenamenti...." God bless you daughter!
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